Introduzione
L’Associazione
Culturale Savonese ZACEM, per il secondo
anno,
come premio del Concorso Letterario Nazionale
pennacalamaio@zacem.it,
ha predisposto la pubblicazione di un
volume
di poesia e uno di narrativa. Per quanto riguarda la
narrativa,
si sarebbe aggiudicato tale Premio il miglior autore tra
tutti
i partecipanti alle sezioni G (racconto o favola), H (horror,
giallo,
fantascienza), I (romanzo o raccolta di racconti o favole
inediti).
Dopo un attento esame delle opere pervenute da tutta
Italia
e dall’estero, la giuria, composta sia da giovani che da
persone
più mature, ha scelto il racconto “Il silenzio del
ghiaccio”
di Emanuela Bertello che congiunge l’interessante
impronta
storica alle valenze di coraggio, umanità, dedizione
alla
famiglia, del protagonista.
Il
volume, oltre che dal racconto premiato, è composto da alcuni
altri
pregevoli lavori dell’artista.
Renata
Rusca Zargar
Presidente
Associazione Culturale Savonese ZACEM
Prefazione
Manzoni,
nel 1823, scriveva: “che la poesia e la letteratura in
genere
debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e
l’interessante
per mezzo. Debba per conseguenza scegliere gli
argomenti
pei quali la massa dei lettori ha o avrà, a misura che
diverrà
più colta, una disposizione di curiosità e di affezione,
nata
da rapporti reali, […]E che in ogni argomento debba
cercare
di scoprire e di esprimere il vero storico e il vero morale,
non
solo come fine, ma come più ampia e perpetua sorgente del
bello:”
Oggi,
in un mondo tanto confuso e privo di valori, nella
“globalizzazione
dell’indifferenza” come giustamente ha detto
papa
Francesco, spesso chi scrive, per ottenere notorietà e
profitto,
sollecita gli istinti più bassi dell’uomo, indulge e
rimescola
nel torbido.
I
racconti di Emanuela Bertello, invece, sono storie di vita vera:
dolore,
difficoltà, problematiche e drammi dei nostri tempi, li
attraversano.
Tra
i protagonisti c’è chi perde il lavoro e si arrangia
onestamente
e dignitosamente per crescere i propri figli, chi si
misura
con una malattia incurabile, chi, per la carriera, ha
dimenticato
l’umanità, il barbone divenuto tale per il dolore,
come
pure il soldato tragicamente coinvolto in una guerra che
non
può comprendere o il figlio carnefice del proprio padre per
smania
di denaro o, ancora, la fanciulla vittima di mostruose
violenze
maschili.
Prima
di ogni storia, l’autrice propone alcune considerazioni o
aforismi:
una specie di guida morale al soggetto trattato o, come
nelle
favole, il senso e l’insegnamento del racconto. Questo tipo
di
introduzione, che promuove la riflessione personale con la
sinteticità
del pensiero, ben si accorda con l’incatenarsi dei testi,
condotti
con semplicità e linguaggio colloquiale. Così,
l’attenzione
del lettore rimane viva e se, infine, viene suscitata
anche
la commozione, non può essere vana.
Infatti,
dopo aver letto le narrazioni della Bertello, quando
incontreremo
“l’altro” nella vita reale, potremo intuire in lui
l’universo
di pene, gioie e talenti che si porta dietro, spesso con
grande
sacrificio. Allora ci sentiremo più vicini, fratelli, e il
mondo
sarà un po’ meno confuso e un po’ meno indifferente.
La
scrittrice, dunque, ha scelto il vero, storico e morale, per
soggetto
e l’interessante per mezzo.
Lo
scopo utile è certamente farci meditare su questi nostri tempi
difficili,
farci imparare che, nonostante tutto, nei valori
importanti
possiamo scorgere l’unica luce di speranza in fondo
al
cammino che diventa, infine, perpetua sorgente del bello.
Renata
Rusca Zargar
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