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sabato 28 settembre 2013

LE VIRGOLE DELLA VITA

Introduzione
L’Associazione Culturale Savonese ZACEM, per il secondo
anno, come premio del Concorso Letterario Nazionale
pennacalamaio@zacem.it, ha predisposto la pubblicazione di un
volume di poesia e uno di narrativa. Per quanto riguarda la
narrativa, si sarebbe aggiudicato tale Premio il miglior autore tra
tutti i partecipanti alle sezioni G (racconto o favola), H (horror,
giallo, fantascienza), I (romanzo o raccolta di racconti o favole
inediti). Dopo un attento esame delle opere pervenute da tutta
Italia e dall’estero, la giuria, composta sia da giovani che da
persone più mature, ha scelto il racconto “Il silenzio del
ghiaccio” di Emanuela Bertello che congiunge l’interessante
impronta storica alle valenze di coraggio, umanità, dedizione
alla famiglia, del protagonista.
Il volume, oltre che dal racconto premiato, è composto da alcuni
altri pregevoli lavori dell’artista.
Renata Rusca Zargar
Presidente Associazione Culturale Savonese ZACEM

Prefazione
Manzoni, nel 1823, scriveva: “che la poesia e la letteratura in
genere debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e
l’interessante per mezzo. Debba per conseguenza scegliere gli
argomenti pei quali la massa dei lettori ha o avrà, a misura che
diverrà più colta, una disposizione di curiosità e di affezione,
nata da rapporti reali, […]E che in ogni argomento debba
cercare di scoprire e di esprimere il vero storico e il vero morale,
non solo come fine, ma come più ampia e perpetua sorgente del
bello:”
Oggi, in un mondo tanto confuso e privo di valori, nella
globalizzazione dell’indifferenza” come giustamente ha detto
papa Francesco, spesso chi scrive, per ottenere notorietà e
profitto, sollecita gli istinti più bassi dell’uomo, indulge e
rimescola nel torbido.
I racconti di Emanuela Bertello, invece, sono storie di vita vera:
dolore, difficoltà, problematiche e drammi dei nostri tempi, li
attraversano.
Tra i protagonisti c’è chi perde il lavoro e si arrangia
onestamente e dignitosamente per crescere i propri figli, chi si
misura con una malattia incurabile, chi, per la carriera, ha
dimenticato l’umanità, il barbone divenuto tale per il dolore,
come pure il soldato tragicamente coinvolto in una guerra che
non può comprendere o il figlio carnefice del proprio padre per
smania di denaro o, ancora, la fanciulla vittima di mostruose
violenze maschili.
Prima di ogni storia, l’autrice propone alcune considerazioni o
aforismi: una specie di guida morale al soggetto trattato o, come
nelle favole, il senso e l’insegnamento del racconto. Questo tipo
di introduzione, che promuove la riflessione personale con la

sinteticità del pensiero, ben si accorda con l’incatenarsi dei testi,
condotti con semplicità e linguaggio colloquiale. Così,
l’attenzione del lettore rimane viva e se, infine, viene suscitata
anche la commozione, non può essere vana.
Infatti, dopo aver letto le narrazioni della Bertello, quando
incontreremo “l’altro” nella vita reale, potremo intuire in lui
l’universo di pene, gioie e talenti che si porta dietro, spesso con
grande sacrificio. Allora ci sentiremo più vicini, fratelli, e il
mondo sarà un po’ meno confuso e un po’ meno indifferente.
La scrittrice, dunque, ha scelto il vero, storico e morale, per
soggetto e l’interessante per mezzo.
Lo scopo utile è certamente farci meditare su questi nostri tempi
difficili, farci imparare che, nonostante tutto, nei valori
importanti possiamo scorgere l’unica luce di speranza in fondo
al cammino che diventa, infine, perpetua sorgente del bello.
Renata Rusca Zargar

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